Intervista a Valentina Pierucci

Lei è una “marchigiana in viaggio”, il suo viaggio è concentrato sul territorio marchigiano, ancora oggi non particolarmente conosciuto in Italia ed all’estero. La guida Lonely Planet ha indicato Le Marche come una destinazione must nel mondo, ma come sono queste Marche? Lei che le conosce, le approfondisce continuamente, le promuove, e le percorre in macchina partendo da Calcinelli (PU) vicino ad Acqualagna, cosa può dirci dell’unica regione al plurale delle regioni Italiane?

Quella di raccontare le bellezze della Regione Marche è stata da parte mia una scelta ben precisa, dettata dalla voglia di raccontare il territorio in cui sono nata, cresciuta e in cui ho deciso di vivere. Quello che mi piace dire quando parlo delle Marche è che il bello di vivere qui sta nella semplicità delle cose, nella natura incontaminata, nella possibilità che questo territorio così variegato offre di trovarsi la mattina al mare, il pomeriggio in collina a sorseggiare un buon bicchiere di vino e la sera in montagna. È questo il grande vantaggio di questa regione italiana: offre tutto!

Come travel blogger sta raccogliendo da tempo le storie, gli aneddoti, i cambiamenti di destinazione d’uso di luoghi in un grande “diario di viaggio” nelle Marche. Le persone, i marchigiani amano raccontare le “vecchie storie”, quelle che si tramandano grazie agli incontri che lei fa, a volte casuali, nei luoghi marchigiani. Quali sono le ultime due storie più interessanti che le hanno raccontato sulle Marche?

Devo dire che la parte per me più interessante e divertente dei viaggi che faccio in “terra marchigiana” è proprio quella che riguarda i racconti di storie dimenticate. Una di queste storie, molto interessante, riguarda le logge di Fossombrone, i caratteristici portici che si trovano lungo Corso Garibaldi. Da un lato le logge dei poveri, dove si trovavano le osterie e le botteghe più chiassose, dall’altro le logge dei ricchi, dove si affacciano le chiese, e dove le “signore bene” passeggiavano. In passato questi loggiati erano testimoni di una netta distinzione sociale: chi passava malauguratamente nelle logge dei ricchi, senza averne diritto, veniva punito con la spada.
A volte le persone di una certa età mi raccontano semplici storie di vita quotidiana, come ad esempio, quelle che vedevano le donne impegnate a fare il bucato nei lavatoi o lungo le rive dei fiumi. C’è molta semplicità in questi racconti, ma anche tanta verità.

Le Marche, grazie alla eterogeneità del microclima e della natura, mare, colline e montagne a pochissima distanza tra loro, rappresentano una destinazione top tutto l’anno. Il FAI consiglia alcuni luoghi davvero interessanti, quali ci consigli vicino ad Acqualagna? La provincia Pesaro Urbino permette ai viaggiatori ed ai turisti di combinare natura, arte e cibo anche grazie alla Fiera del tartufo che dal 24/10 ogni weekend ci terrà compagnia fino al 14/11. Cosa ci consiglia di visitare in questi weekend, Valentina?

La Gola del Furlo credo sia una tappa obbligata per chi arriva ad Acqualagna. Questa Riserva Naturale Statale è incastonata tra i monti Pietralata e Paganuccio e permette tante passeggiate, da quelle per i meno esperti a quelle per i più allenati. Se si è amanti della natura consiglio anche una visita alle Marmitte dei Giganti di Fossombrone, uno straordinario canyon in cui, dalla primavera all’autunno, se il clima lo permette, si può andare in cayak, immersi in questa bellezza della natura.

Lei è nata nella patria del tartufo, uno dei nobili protagonisti delle terre Marchigiane. Amato da Rossini, presente sulle tavole degli chef di tutto il mondo, difficile da reperire, magnifico da gustare. Il tartufo è protagonista assoluto dei prodotti della T&C e della sua linea L’angolo dei sapori. È un’azienda che lei conosce. Cosa le è rimasto dall’esperienza fatta insieme sul tartufo, il museo del tartufo di Acqualagna, la natura incontaminata perfetta per la crescita del tartufo, i prodotti al tartufo che ha conosciuto?

Della vostra azienda mi ha colpito molto la passione con cui mi avete condotto alla scoperta di un pregiato prodotto del territorio, di cui però, ignoravo il grande lavoro “dietro le quinte”. Vivendo l’esperienza della cerca del tartufo ho capito quanto lavoro ci sia dietro ad un prodotto che vediamo già “pronto all’uso” sulle nostre tavole. Dietro c’è un grande lavoro di squadra, fatto con grande dedizione e rispetto verso l’ambiente che “regala” il Re della tavola: il tartufo.

Come grande esperto di comunicazione cosa suggerirebbe per rendere più conosciuta la sua regione ed uno dei suoi “figli prediletti” come il tartufo e le aziende storiche di trasformazione dei prodotti a base di tartufo come la nostra T&C Tartufi?

Che ognuno faccia la sua parte e che tutti imparino a lavorare in rete. Che l’ospitalità sia alla base del lavoro di chi produce e che si coinvolgano le competenze giuste al momento giusto, senza rincorrere la contingenza, ma programmando per tempo. Che si dedichi il giusto tempo e le risorse opportune per comunicare, sapendo che i frutti nascono quando ci sono le condizioni. E soprattutto, che si sappia restare “genuini”, sempre. La vera forza del territorio è nelle persone che lo vivono.