Intervista a Monia Moretti, titolare
La crescia nasce nel Rinascimento XV-XVI secolo a Urbino, a Palazzo Ducale. La vostra è la ricetta tradizionale vero?
La ricetta che il Panaro utilizza da sempre è la più semplice in assoluto. In realtà la crescia sfogliata non è regolamentata da un disciplinare per cui esistono mille sfumature di una ricetta chi aggiunge lievito, chi latte chi olio. La nostra è fatta solo con Farina, uova, strutto, sale e pepe, niente di più.
È un prodotto fatto mano con materie prime eccellenti del territorio, ogni sfoglia è fatta a mano sui 150gr. È un prodotto digeribile, fatto lentamente, senza conservanti, lieviti o latte, profuma di uova fresche. Le materie prime che usate sono del territorio è così?
La crescia sfogliata, per accontentare le esigenze di tutti i nostri clienti che spaziano dalla GDO alle piccole gastronomie disseminate in tutt’Italia viene prodotta in 3 versioni:
1. Prodotti tutti Italiani (la farina proviene dalla vicina Romagna) e le uova sono per italiane (provenienti per la maggior parte in Emilia). Prodotta senza conservanti o miglioratori di farine.
2. Stessi ingredienti ma con l’aggiunta di E202 semplice sorbito di potassio (uno dei conservanti più leggeri esistenti nel mercato. Inodore insapore e senza effetti collaterali).
3. “L’Ideale”, la crescia sfogliata Biologica con Farina marchigiana di tipo 1 di grani antichi macinati a pietra, uova di galline allevate all’aperto, strutto e pepe bio e sale marino di salina WWF gestita da slow-food.
Quanto il clima, la natura incontaminata della zona e le conseguenti materie prime utilizzate influenzano la vostra crescia?
L’utilizzo di materie prime provenienti dalle nostre zone dona alla nostra crescia un sapore inconfondibile.
Qualche giorno fa abbiamo fatto assaggiare l’Ideale ad una ragazza dalle discendenze Urbinati e mi ha detto: “È buona come quella che mi faceva la nonna”.