Intervista al Mastro birraio Pietro Corrieri
Sappiamo che il suo birrificio nasce dal desiderio di ritrovare le origini rurali della birra, lei coltiva l’orzo distico ed utilizza l’acqua purissima del monte Catria, definito il trono degli dei.
Quanto sono importanti il territorio e la natura incontaminata per il successo e la qualità delle sue birre?
Sicuramente il legame con il territorio è fondamentale. A partire dalla materia prima, l’acqua, che arriva incontaminata. Segue il recupero di antichi fondi agricoli atti alla produzione dell’orzo. E l’innesto del territorio nella politica commerciale della nostra attività, dalla vendita diretta, all’accoglienza, e la promozione turistica della parte più selvaggia delle Marche.
La filiera agricola è completamente sotto controllo?
Abbiamo conseguito l’adesione al “Marchio Birra Agricola Italiana” che garantisce il rispetto di un preciso disciplinare produttivo ed una rigorosa adesione alla filiera agricola.
Il suo concetto di base è “solo quando il mastro birraio è anche coltivatore, la birra assume sapori e profumi di una vita da tempo dimenticata”, può spiegarci meglio questo concetto?
Semplicemente chi produce la materia prima, segue anche la filiera produttiva in tutti i suoi passaggi, controllandone la qualità e riuscendo a veicolare la propria idea produttiva dal chicco d’orzo al bicchiere.